Arte e cultura a Barcellona: la città di Gaudì

Andare alla scoperta di arte e cultura a Barcellona significa prima di tutto rallentare i ritmi, riempirsi gli occhi di paesaggi suggestivi e visitare questa città d’arte ricca di storia e di capolavori.

La mia prima volta in questa città è stata all’insegna dell’Art Nouveau, meglio conosciuta come Stile Liberty, e dei capolavori di cui questo luogo ne è attorniato.
Sono tornata a casa con la sensazione che sarei dovuta tornare perchè ancora non avevo visto tutto e così è stato.
In questo post condivido con te un viaggio da fare all’insegna dell’arte e della cultura a Barcellona.

Barcellona tra arte e cultura

Sono atterrata nel continente spagnolo a metà novembre, dopo quasi dieci anni questa città mi ha nuovamente dato una nuova opportunità ed in più una nuova rinascita.

Il primo giorno sono arrivata che ormai era sera inoltrata. Quindi mi sono solamente preoccupata di cercare un taxi, andare in hotel e cenare.

Il secondo giorno invece l’ho vissuto in modo molto tranquillo e spensierato. Alla mattina, dopo colazione, mi sono recata al più famoso mercato di Barcellona La Boqueria, uno dei più grandi della Catalogna.
Oggi non è solo un mercato dove si possono trovare prodotti altrimenti difficili da reperire, ma anche un’attrazione turistica che attira visitatori da tutto il mondo. All’interno ci sono talmente tanti colori, che non puoi non rimanerne affascinata.

Quindi alla fine non ho potuto resistere a queste tentazioni ed ho fatto una bella merenda super gustosa con un piccolo cesto di frutta. Ovviamente ho scelto quella più ricca di colori. Veramente una delizia per il palato, ma anche per gli occhi.

Terminato il mio giretto all’interno di questa struttura ho proseguito il cammino in modalità molto pacifica in una delle vie più rinomate La Rambla, un viale di Barcellona lungo un chilometro e quattrocento metri che collega Plaça de Catalunya con il Port Vell.
Il viale è un susseguirsi di negozi, caffè all’aperto, bancarelle di fiori, souvenir, artisti di strada, tra cui le immancabili statue viventi.

Lo step successivo è stato recarmi presso La Sagrada Família, di cui avevo già visto gli interni anni prima e di cui ho deciso, questa volta, di concentrarmi solo alla visita esterna.

Perché visitare la Sagrada Família?

La Sagrada Família è l’ultima costruzione della carriera di Gaudí, egli inizialmente costruì solo l’intera facciata della Natività con le sue quattro torri, perché era consapevole del fatto che non l’avrebbe mai vista finita.

Antonio Gaudí, che voleva creare il tempio perfetto, presenta la vita di Gesù e la storia della fede.
Le 18 torri sono dedicate a figure importanti della Bibbia: 12 di esse rappresentano gli apostoli, 4 gli evangelisti, uno la Vergine Maria e la più alta di tutte Gesù Cristo, che sarà sormontata da una croce che raggiungerà i 172 metri di altezza. Una volta completata, la Sagrada Família sarà l’edificio più alto di Barcellona e la chiesa più alta del mondo!

Tra le tante altre meraviglie di questa grande opera, spicca soprattutto lo spettacolare gioco di colori e luci che si può ammirare all’interno, grazie ai raggi del sole che filtrano attraverso le vetrate, creando un gioco di sensazioni ed emozioni che cambiano a seconda che si visiti il luogo di giorno o di sera.

Nel pomeriggio, invece, mi sono recata al Museo d’Arte Moderna Europeo (MEAM) dove vi era in corso l’inaugurazione e la presentazione della Quarta Biennale d’Arte di Barcellona. Qui ho esposto, insieme ad altri artisti, una mia opera d’arte che puoi trovare in questa sezione.

Barcellona: dove la natura e l’arte si incontrano

Il terzo giorno l’ho dedicato ad un luogo dove natura e arte si incontrano: Park Güell. La città-giardino trasformata in parco pubblico che, dal 1984, è anche patrimonio Unesco.

La strada per arrivarci è in salita ma, una volta lì verrà da pensare che ne è valsa la pena.

Mi sono affidata ad una guida turistica in lingua italiana per non perdermi nulla di questo magnifico parco. Imperdibile la foto con il dragone – una delle più conosciute icone dell’arte di Gaudí – che funge anche da fontana ma, giusto perché lo sappiate nello scatto non si sarà mai da soli vista la moltitudine di gente in fila sulla gradinata. Infatti ho optato per guardare il panorama che mi circondava: in lontananza il mare, vicino a me da contorno la casa di Gaudí e il suo giardino privato, la panca serpeggiante dalla quale ammirare tutta la città ed il gioco di enigmi sui medaglioni del soffitto.

Park Güell a Barcellona

Trencadís, la tecnica di Gaudì

Gaudì è anche un grande precursore per la sua epoca. Nella realizzazione della panca serpeggiante utilizzerà una tecnica molto innovativa, il trencadís (termine catalano che può essere tradotto come “frammentato”), ovvero riciclo creativo, tecnica sempre presente nelle sue opere. 


Oggi l’artista lo potremmo classificare come una persona eco-sostenibile o green in quanto il trencadís consiste nel riutilizzo di frammenti irregolari di ceramica, vetro, azulejo, marmo, cemento e maiolica, che da rifiuto diventano mosaici artistici. Fu proprio Gaudí a sperimentare per primo questa particolare decorazione, tipica del periodo modernista, che permette di fondersi e modularsi fino in fondo con l’architettura che riveste. Si tratta di una versione stravagante del mosaico arabo, nata dalla necessità di adattarsi alle forme: l’unico modo per decorare con della ceramica una superficie ondulata, è quella di spezzarla per ricreare un disegno completamente diverso.

Il Modernismo, altro non è che lo Stile Liberty.
Lo possiamo riconoscere dall’utilizzo del tema naturalistico, come: fiori, animali e creature fantastiche e la preferenza nell’utilizzo di linee morbide e sinuose, come: spirali e volute.

Un periodo storico-artistico molto significativo, di cui parleremo in modo più approfondito in un prossimo post.

Antoni Gaudí e il suo genio artistico

Terminata la visita mattutina mi sono concessa un pò di ristoro, pronta per affrontare nel pomeriggio altre due visite: Casa Milà, o meglio conosciuta come La Pedrera, e Casa Battlò.

ll soprannome “La Pedrera” deriva dal suo aspetto esterno, in cui si vede un grande utilizzo della pietra, prevalentemente utilizzata per la progettazione della facciata e dei balconi.

Questo edificio vanta una delle terrazze più simboliche della città grazie ai camini scultorei e alle prese d’aria che Antonio Gaudí ha progettato per questo edificio emblematico.

Seguendo il suo stile abituale, l’artista ha progettato una terrazza ricca di curve per scopi decorativi ma anche funzionali, consentendo una migliore distribuzione della luce attraverso i due enormi patii.

Era proprio un grande avanguardista per l’epoca!
Ha trasformato gli edifici e i palazzi della città utilizzando forme insolite, surreali, spesso con influenze arabe.

Casa Batlló e la magia di questo luogo

La Casa Batlló è una delle migliori testimonianze della visione artistica di Gaudí ed esempio più alto dell’utilizzo del trencadís. Era il 1904 quando Josep Batlló, un ricco industriale, chiese all’artista di ristrutturare un palazzo da poco acquistato. I lavori terminarono nel 1907.

Il palazzo visto da lontano ricorda un teschio con i suoi motivi ossei, realizzati in pietra arenaria e ferro battuto, i quali poi furono arricchiti da frammenti di maiolica mentre la ceramica smaltata venne scelta per arricchire la parte superiore dell’edificio.

La casa è adorata da grandi e piccini.

Al suo interno sembra di stare in un luogo surreale. Con tutte quelle forme particolari e sinuose, ti fa sognare ed immaginare, liberando la tua fantasia.
Pensate come si poteva crescere in quella casa, visto che ci abitò la famiglia Batllò con i figli.

Inoltre l’altra particolarità sta nell’uso del trencadís che predomina anche l’interno dove è stato realizzato un ambiente marino grazie alla variante cromatica del blu, dell’ocra e del giallo.

Io ne sono rimasta incantata. Ed è un luogo che vale la pena di esser visto.

Ormai si era fatto buio, ma il mare lo volevo vedere. Quindi mi sono recata verso La BarcelonetaUno dei quartieri più famosi e con più carisma di Barcellona. È un quartiere marittimo, ricco di storia e di magia, e si trova nel distretto di Port Vell.

Il rumore dell’acqua che si infrange sulla battigia mi procura sempre un senso di armonia e calma interiore. E per te, è lo stesso?

Ci vediamo nella prossima avventura e ti ricordo di seguirmi sui social. A presto!

Il mulino e l'arte surrealista

Sono Noemi Zanini e sono un'artista

Sono Noemi e sono una pittrice. Esploro la condizione femminile attraverso le mie opere, rappresentando le donne nella loro complessità: forti, fragili, ribelli, desiderose di riscatto e in continua rinascita.

Dipingo il loro mondo e il loro dualismo unendo la pittura figurativa a una texture di spray, UniPosca e colori acrilici, traendo ispirazione dalle tinte accese dello Street Art e del Pop Art. È così che aiuto ad emergere ogni donna che disegno: ponendola all’interno di una superficie intricata e permettendole di rinascere, di riscattarsi e allontanarsi da uno stato passivo quando, esso, non le appartiene più.

Do vita alle luci, alle ombre, alle sfide, alle difficoltà, alle storie di riscatto e fioritura, le tengo strette e, poi, le trasformo in opere.

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